Le start up torinesi non si arrendono

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Le start-up torinesi non si fermano davanti alla crisi

Le start-up torinesi non si fermano davanti alla crisi

di Marta Tondo

Arrancano ancora le imprese torinesi sotto il pesante giogo imposto da questa crisi: «Un 2013 ancora in salita con una nuova riduzione del numero di aziende e un calo della produzione industriale nel primo trimestre dell’anno (-6,3%)». È questo il quadro delineato da Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio del capoluogo piemontese, durante l’XI Giornata dell’Economia.
La situazione tuttavia non pare essere così drammatica, poiché accanto a questi dati certamente negativi vi sono alcuni segnali positivi, come quello delle start-up che occupano l’80% del totale piemontese e l’8,4 di quello nazionale. Ma il dato più significativo è certamente quello per cui con 68 iscrizioni, la città della Mole si colloca al secondo posto in Italia per start up innovative, dopo Milano.
Dati confortanti «provengono – anche – dall’imprenditoria straniera – continua Barberis – che continua a crescere (+2%) e dal tasso di sopravvivenza delle imprese, maggiore che nel resto d’Italia». «Buone notizie – continua – provengono anche dal numero si start up e dall’export, che anche nei primi tre mesi segna un +0,6%».
Questi i numeri. 232.145 risultavano essere, a fine maggio, le imprese registrate a Torino, evidenziando sì una diminuzione rispetto all’anno precedente dell’1,4%, ma anche una piccola crescita dello 0,3 rispetto al mese precedente. Le imprese straniere sono aumentate del 2%. Diminuiscono invece quelle giovanili con un brusco calo del 4,7%.