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http://www.lastampa.it/2013/07/12/tecnologia/via-libera-al-decreto-sul-crowdfunding-una-boccata-dossigeno-per-le-startup-JBtfHKCxfUhTYh2KVXZoVK/pagina.html

Via libera al decreto sul crowdfunding
“Una boccata d’ossigeno per le startup”

 

L’Italia all’avanguardia in Europa
La Consob: “Un importante passo
per finanziare imprese innovative”
federico guerrini

Alla fine è arrivato, e anche in tempi abbastanza brevi. La fine del governo Monti aveva gettato un’ombra su molte azioni comprese nel Decreto Crescita 2.0 voluto dal ministro Passera, che si temeva restassero lettera morta. Ma oggi la Consob ha varato il decreto sul crowdfunding , che pone l’Italia davvero all’avanguardia, se non altro dal punto di vista legislativo.

 

Se negli Stati Uniti ancora si attende il via libero definitivo in materia, il decreto varato oggi e presentato alla Camera nel corso dell’evento Tecnologie Solidali rappresenta un importante passo avanti, una testa di ponte da cui partire per finanziare le imprese innovative. Ed il primo di questo genere in Europa.

Non si tratta qui infatti di finanziare singoli progetti, come avviene da tempo su portali Internet come Kickstarter o Indiegogo, ma di dare ai piccoli risparmiatori l’opportunità di investire in startup riducendo al minimo i margini di rischio.

 

Come sottolineato da Maria Mazzarella, responsabile divisione strategie regolamentari Consob, che ha illustrato la novità, molta attenzione è stata dedicata alla tutela degli investitori.

Principalmente definendo alcune soglie di rischio: fino a 500 euro, la sottoscrizione del capitale sociale potrà avvenire online, al termine di un lungo questionario pensato per far riflettere sull’operazione che si vuole portare a termine. Placati i dubbi, scatterà il bonifico. Le cose si complicano per chi vuole investire somme più ingenti: in quel caso bisognerà appoggiarsi a una banca o a una società di gestione del risparmio, che dovrà redigere un profilo del potenziale cliente analizzando consistenza patrimoniale e propensione al rischio.

 

I privati non potranno comunque investire più di 1.000 euro l’anno, mentre per le persone giuridiche si potrà arrivare a 10.000 nei dodici mesi. È previsto inoltre un periodo per i “ripensamenti”: sette giorni entro i quali si potrà recedere senza danni dall’investimento. E nel caso l’operazione non vada in porto i soldi, versati su un apposito conto corrente verranno restituiti. Fra gli enti autorizzati alla raccolta dei fondi, assieme alla banche tradizionali, che già dispongono dell’autorizzazione per questo tipo di azioni, sono pronti a entrare in scena una serie di nuovi portali che dovranno iscriversi in un apposito registro creato dalla Consob. Per potervisi registrare, dovranno garantire l’onorabilità, ovvero l’assenza di condanne o procedimenti a carico, sia dei soci che degli organizzatori.